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Nicola Valluzzi: Amministratore di voli, di terra e di strade

E ora il futuro...della Provincia

D: Sindaco uscente di Castelmezzano, coordinatore della Consulta dei Piccoli comuni e vicepresidente nazionale dei Borghi più belli d’Italia: Nicola Valluzzi, in questi anni Lei si è speso molto per la difesa e il rilancio dei piccoli comuni come risorsa strategica per la regione.

R: In Basilicata il 70 per cento dei comuni ha meno di 5 mila abitanti: 98 su 131. Rappresentano un terzo dei  lucani e occupano il 60 per cento del suo territorio. Amministrano servizi relativi ad essenziali diritti civili e sociali di migliaia di donne e di uomini, determinandone ampiamente le condizioni di vita. Governano la maggior parte del territorio regionale, le sue parti ambientalmente e paesaggisticamente più preziose e, allo stesso tempo, più fragili, più soggette a rischio di abbandono, di sfregio, di calamità. Sono titolari, in un quadro di pari dignità costituzionale con altri enti, di tutte le funzioni amministrative, custodiscono un ampio e straordinario patrimonio di identità e culture, un inestimabile lascito storico, urbanistico e architettonico. Infine, rappresentano spesso l’unica soggettività in grado di conservare, di recuperare, valorizzare elementi di tipicità.

D: Un patrimonio tuttavia a rischio
R: È evidente che politiche carenti, o peggio ancora sbagliate, possono determinare penalizzazioni ed emarginazioni, con conseguenze pesanti sull’assetto generale. Al contrario, si potrebbero sprigionare energie importanti, capaci di creare grandi opportunità non solo per i territori compresi nei piccoli comuni, ma per l’intera Basilicata, considerate le proporzioni che abbiamo visto prima. Fondamentale è che dell’importanza di questa risorsa vi sia piena consapevolezza da parte di tutti gli attori istituzionali del paese: Parlamento, Governo, Regioni e Province.

D: Deve convenire che tuttavia, negli ultimi anni, c’è stato un consenso sempre maggiore sui problemi dei piccoli comuni.
R: È vero, negli ultimi anni c’è stato un vastissimo consenso attorno alla "questione dei piccoli comuni". Contestualmente, però, dobbiamo registrare politiche nazionali economiche e finanziarie di tagli e restrizioni nel trasferimento di risorse all'intero sistema delle autonomie locali.

D: Lei ha più volte chiesto l’assunzione a livello locale di forti responsabilità riformatrici. Cosa vuol dire in termini concreti?
R: La qualità della vita nei piccoli comuni è direttamente proporzionale alla qualità dei servizi essenziali garantiti. Viabilità, trasporti, scuola, rifiuti. L’organizzazione di questi servizi è prerogativa attribuita alle Regioni e alle Province.

D: Negli ultimi tempi si è parlato sempre più spesso delle Province come di enti inutili.
R: E' vero: le Province, nell'immaginario collettivo, sono diventate un simbolo dei tanti sprechi italiani. Inutili appunto. Un'idea che continuerà a legittimarsi se si insisterà ad amministrarle senza coraggio e innovazione, relegandole ad una sistematica ordinaria gestione delle eredità del passato, nel merito e nei metodi. Gestione ordinaria che peraltro avviene in condizioni difficili, con tutte le limitazioni della spesa pubblica imposte dal governo centrale. Io credo che - a maggior ragione in una realtà polverizzata dal punto di vista urbano, come la nostra - esse possano essere al contrario fondamentali, se riusciranno ad assolvere al meglio ad una nuova missione: la riorganizzazione e la qualificazione dei servizi essenziali per le popolazioni residenti. E'questo il tema centrale della campagna elettorale della coalizione di centrosinistra, e del suo candidato Presidente Piero Lacorazza. In questo senso va interpretata la proposta delle Cinque città territorio, e della città Capoluogo, quali ambiti demograficamente ottimali, idonei a rendere sostenibili diritti e servizi pubblici fondamentali dai quali dipende in larga parte la qualità della vita dei cittadini residenti.

D: Servizi essenziali: parliamo dunque di scuola, trasporti, viabilità
Non si può parlare di scuola senza parlare di spopolamento. Ogni anno è come se si azzerasse un paese sulla cartina geografica. Una trappola demografica di cui è perfetta rappresentazione plastica il collegio nel quale concorro, quello di Vaglio Basilicata: degli otto comuni che lo costituiscono solo tre sono al di sopra dei 1500 abitanti, uno si attesta di poco sopra ai 1000, i restanti sono sotto questa soglia. I dati Istat fotografano impietosamente questa realtà, mostrando un andamento delle nascite che dal 1997 è in discesa e che in particolare dal 2004 mostra un saldo  costantemente negativo. La sola Pietrapertosa dal 1996 al 2007 ha perso 241 abitanti. Campomaggiore  163, Castelmezzano 85, Albano 118, Trivigno 131.  Nè può consolare il dato positivo di Vaglio e di Brindisi e la tenuta di Anzi. Anche perchè sei degli otto comuni del collegio (Albano, Brindisi, Campomaggiore, Castelmezzano, Pietrapertosa e Trivigno), sono passati da un totale di 56 nascite nel 2004, alle 35 del 2008. E' evidente come tutto ciò pregiudichi irreversibilmente il futuro del nostro territorio.

D: E dunque qual è la sua proposta?
R: Venendo all'istruzione, è evidente che, in un territorio con delle caratteristiche demografiche di questo tipo, il ruolo della Provincia non può limitarsi a mera gestione dei tagli (peraltro insostenibili) imposti dal Ministero. Il suo compito deve essere, al contrario, quello di proporre e riorganizzare un modello di scuola disegnato sulla specificità urbana di quest'ambito provinciale. Solo così sarà possibile attuare il diritto allo studio, costituzionalmente garantito, anche per chi vive in una terra dai piccoli numeri. Chiudere una scuola significa annullare la storia e la proiezione futura della comunità di riferimento. Al contempo è oltremodo evidente che scuole costituite prevalentemente da classi o pluriclassi con pochi alunni necessitano di una riorganizzazione funzionale e didattica al fine di qualificare al meglio la loro offerta formativa. Fondamentale è l'utilizzo delle nuove tecnologie per l'insegnamento a distanza, oltre ad una permanente interazione con scuole viciniori più grandi. Confronto, socialità e competizione sono componenti essenziali nella formazione scolastica ed educativa di un bambino che non possono essergli sottratte perchè la sua famiglia risiede in un piccolo comune.

D: Strettamente connesso a quello della scuola è il tema del trasporto
R: Potersi trasferire da un luogo ad un altro senza difficoltà, rappresenta il confine reale tra l’essere veramente liberi e il dover dipendere da qualcosa o da qualcuno. Nessuna riorganizzazione della rete scolastica territoriale può realizzarsi senza una riforma adeguata del sistema di trasporto extraurbano. In Basilicata da oltre trentacinque anni sopravvive, largamente invariata, una organizzazione del trasporto pubblico incoerente con le modificazioni intervenute nel tessuto demografico, economico e sociale del territorio.

D: Problema annoso di tutta la Provincia è quello della viabilità
R: Se il problema riguarda tutto il territorio provinciale, non esito a dire che nel nostro collegio elettorale la situazione è disastrosa. Le strade degli otto comuni che lo compongono sono tra le peggio manutenute della provincia, sia per le restrizioni nei trasferimenti statali, sia per la disattenzione di un consiglio provinciale che sembra dimenticare i territori che non hanno una rappresentanza eletta. E' una vergogna, per esempio, che la strada provinciale tra Anzi e Trivigno sia l'unica non asfaltata di tutta la provincia. Cinque chilometri lungo i quali, nonostante i rituali impegni, nulla è stato fatto.

D: Un programma ambizioso, quello del rilancio di un ruolo attivo delle Province.
R: Dobbiamo osare. Non possiamo più continuare a subire imposizioni e vincoli di natura finanziaria provenienti dallo Stato centrale, che determinano un sistematico declassamento della qualità dei servizi pubblici fondamentali. Occorre essere pronti a leggere i mutamenti in atto nella nostra struttura demografica e nella composizione economica della società. Cos'è il riformismo se non la capacità di precorrere i tempi, anticipare gli sviluppi e se possibile ridurre i disagi? La scommessa della riorganizzazione e qualificazione dei servizi pubblici essenziali, è la condizione ineludibile affinchè la qualità della vita dei cittadini residenti nella nostra provincia sia degna di un Paese moderno. E' anche questa la risposta allo spopolamento della nostra terra.

D: In una battuta: le ragioni della candidatura di Nicola Valluzzi alla Provincia di Potenza.
R: Ho deciso di candidarmi per restituire adeguata dignità e forza ad un territorio per lungo tempo dimenticato e ai cittadini che vi risiedono. E' mia intenzione mettere al servizio dell'uno e degli altri l'esperienza maturata nel corso di questi entusiasmanti anni di impegno civile, e con essa la volontà di continuare a sperimentare soluzioni innovative e di buon governo, per lo sviluppo e l'emancipazione di un'area territoriale storicamente difficile ma ricca di tradizioni, cultura, ed opportunità.





















































































Amministratore di voli...

di terre e di strade