Governo inaffidabile
700 scuole di piccoli comuni a rischio chiusura dal prossimo anno scolastico. La rigidità e l’esosa previsione del vincolo finanziario posto a base del dimensionamento...
delle istituzioni scolastiche e della riorganizzazione della rete territoriale delle scuole si è materializzata, nei giorni scorsi, con la pubblicazione da parte del MIUR delle tabelle dei tagli al personale docente in organico di diritto per l’anno scolastico 2009/10.
Una riduzione complessiva di 37 mila posti, a cui si aggiungeranno entro luglio ulteriori 5 mila tagli. Il 50% delle riduzioni concentrate nel mezzogiorno. Per ora, 660 cattedre più 14 dirigenze eliminate in Basilicata. Numeri impressionanti, ben oltre le preoccupazioni manifestate nei mesi scorsi da operatori scolastici,genitori, sindacati ed istituzioni. Numeri che per la Basilicata significheranno la chiusura della scuola del I° ciclo in alcuni piccoli comuni ed il conseguente trasferimento degli alunni residenti in plessi viciniori. L’innalzamento del rapporto alunni/ classi per il prossimo anno scolastico causerà un netto aumento delle pluriclassi e, spesso di pluriclassi uniche. Infatti, le pluriclassi potranno costituirsi con numeri incrementati rispetto al passato, ovvero da un minimo di 8 ad un massimo di 18 alunni. In definitiva assisteremo impotenti al sostanziale declassamento, ove non vi sarà chiusura, dell’istruzione del I° ciclo nei comuni di minore dimensione demografica, un ritorno alla scuola di inizio 900, quella dell’alfabetizzazione di massa, del maestro unico per bambini appartenenti a differenti classi di età e, forse non si sa, se come allora gli alunni dovranno portare insieme a l’abbeccedario anche la legna da ardere per scaldarsi in classe.
Il sistema scolastico pubblico avrebbe avuto bisogno di una efficace ed inderogabile riqualificazione della sua spesa, di una riforma che superasse le conclamate criticità e differenziazioni territoriali, invece Regioni ed enti locali dovranno organizzare, già a partire dal prossimo anno scolastico, un sistema di tagli indiscriminati. La somma dei tagli agli orari, al personale e al numero delle scuole non può portare ad un innalzamento della qualità del sistema di istruzione nel nostro paese. Eppure, la ministra Gelmini soltanto poche settimane fa spiegava che secondo il governo, in partenza il dimensionamento, cioè la chiusura, avrebbe dovuto interessare in totale 6600 scuole sottodimensionate, ma che d’intesa con gli enti locali si era arrivati ad un’accordo sulla chiusura di 3300 scuole, circa la metà, con un obiettivo di risparmio di 85 Milioni di euro da realizzare per l’anno 2011/12. Nessuna scuola sarà chiusa nel prossimo anno scolastico2009/10!!
Invece, senza nessuna intesa con Regioni ed enti locali le tabelle del MIUR e alcune valutazioni dei tecnici del Ministero evidenziano come già dal prossimo anno scolastico circa 700 scuole sottodimensionate saranno chiuse. Non sappiamo dove e come, ma la chiusura di queste scuole sembra inevitabile. Non ci resta-afferma Valluzzi- che proclamare lo stato di agitazione istituzionale, contro un governo inaffidabile, propagantista ed ingannevole, per la difesa dei presidi scolastici nei piccoli comuni, della parità di accesso, della efficacia ed efficienza dell’istruzione pubblica. La sfida della razionalizzazione dei costi non può essere slegata dall’altra sfida: quella che deve garantire diritti e servizi qualificati a tutti i cittadini Italiani, ovunque risiedano in una città o in un piccolo paese di montagna. Vivano essi al Nord o al Sud.