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Nicola Valluzzi: Amministratore di voli, di terra e di strade
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Provincia di Potenza - Valluzzi su modifiche al Decreto - sblocca crediti

Il Parlamento deve modificare il decreto “sblocca crediti” approvato dal Governo, che nelle intenzioni mira a consentire il pagamento dei crediti certi, liquidi ed esigibili in conto capitale, maturati al 31.12.2012 dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.
Il decreto del Governo è parziale, assai farraginoso, eccessivamente carico di adempimenti burocratici (si contano 30 decreti attuativi), ma soprattutto insufficiente a risolvere l’esoso quadro debitorio vantato dalle imprese in ordine allo sblocco delle risorse, previsto solo per la parte corrente dei residui passivi delle regioni nei confronti di province e comuni.
Considerato infatti, che l’obiettivo del provvedimento è quello di saldare le imprese per i lavori già effettuati, appare poco rispondente a tale scopo l’avere escluso dallo sblocco i residui passivi accumulati dagli enti locali propri per gli investimenti infrastrutturali sul territorio.
Lo dichiara Nicola Valluzzi assessore alla Viabilità e Trasporti della Provincia di Potenza.

Le modifiche – prosegue l’assessore – sono indispensabili per velocizzare e rendere concreto il pagamento dei crediti alle imprese, oltre che per garantire la prosecuzione dei lavori già appaltati dagli enti locali ed in corso di esecuzione. Per esempio sulle strade e sulle scuole della Provincia di Potenza solo per l’annualità in corso si potrebbe realizzare una spesa reale di oltre 35 Meuro per opere pubbliche già consegnate ed in esecuzione, al momento tutte sospese per impossibilità di garantire il regolare pagamento degli stati di avanzamento.

Cosa potrebbe significare – continua Valluzzi – in questo momento difficile per l’economia e l’occupazione locale la semplice ripresa e corretta prosecuzione di tutti i lavori appaltati sull’intero territorio regionale da comuni e amministrazioni pubbliche è facile immaginarlo.

Così come risulterebbe difficile, in presenza di tali condizioni di incertezza sulla capacità di pagamento, prevedere l’avvio di nuovi lavori, ma le nostre infrastrutture stanno cadendo a pezzi e non si può rimanere fermi e rassegnati al regresso e alla decadenza dei servizi essenziali.

Nelle ultime settimane, infine, con cinico e distruttivo tempismo le banche hanno nuovamente elevato l’asticella di accesso al credito nei confronti delle imprese e ridotto o addirittura annullato l’agibilità di precedenti linee già concesse.

Strette in questa morsa le aziende non potranno farcela e quel poco di economia reale sopravvissuta al flagello della crisi rischia l’asfissia.

Servono – conclude Valluzzi – misure straordinarie. Serve un Governo nel pieno dei poteri che le assume.

17 aprile 2013

 

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di terre e di strade